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lunedì 21 settembre 2009

Perchè un geometra del Comune non vale meno di un tenente dell'Esercito


Mi chiedo se la morte di un uomo in mimetica valga di più della dipartita di un uomo in tuta e scarpe anti-infortunistica.
Ogni qualvolta si assiste alla pur sempre dolorosa perdita di connazionali impiegati all'estero in missioni governative (di pace o di guerra, non importa)il Ministro degli Esteri di turno si mostra con la voce rotta e gli occhi lucidi, i giornalisti celebrano i poveri morti come gli ultimi uomini con un ideale, vittime sacrificali del nemico più o meno invisibile, eroi della postmodernità confusa.
Si gonfiano come mongolfiere nell'aria le opininioni dei cittadini, immediatamente patriottici e addolorati, come se in quel mucchietto di morti fosse sepolto l'intero orgoglio nazionale, come se una enorme sacca di lacrime pronte a versarsi fosse stata infilzata da uno spillo, e di lì una fiumara di detriti taglienti abbia preso a scorrere, quasi autonoma e impetuosa, per i tortuosi sentieri della retorica per poi giungere, fangosa, fino al mare della dimenticanza.
La scomparsa di un connazionale, di un uomo, è sempre un evento drammatico, e inevitabilmente genera immedesimazione, tristezza, rabbia.
é quasi come se tutto il dolore delle solitudini personali convergesse nella perdita di una generica persona sconosciuta, che assomma in sè il pianto di tutte le perdite del mondo.
Due occhi in una fototessera, e il soldato morto diventa figlio, fratello, fidanzato di tutti noi.
Il soldato altro non è se non un impiegato: un uomo stipendiato per svolgere il suo lavoro.Come un insegnante, un carabiniere, un geometra del Comune, un medico della a.s.l., un mozzo su una nave.
Esistono lavori più o meno pericolosi, più o meno pagati, anche in proporzione ai rischi che si corrono.
I soldati morti in Afghanistan, o in qualunque altro inferno, sono uomini morti sul lavoro.
Come gli operai, i muratori che ogni giorno muoiono nei cantieri, nelle fabbriche.
Perchè per certi morti proclamiamo il lutto nazionale, facciamo i funerali di stato, e altri scompaiono nel silenzio più vergognoso?
Un soldato serve lo Stato? é un volontario non stipendiato per caso?
O lavora, giustamente, per il benessere dei suoi figli, per pagare un mutuo, per sposarsi?
Chi muore mentre si guadagnava il pane, ma muore con le stellette sul petto, merita forse più lacrime di chi muore con una chiave inglese tra le mani sporche di grasso?
Cordoglio per tutti i padri che muoiono mentre lavorano per le loro famiglie, sono tutti eroi, o nessuno.

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