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lunedì 28 settembre 2009

Felini domestici

Lui cammina svelto e concentrato, con le gambette magre e leggermente storte.
La pancia tonda, il pelo corto ma disordinato.
Due leccatine al giorno, il minimo storico dello standard felino.
Lui dorme per terra, nei posti polverosi, dietro ai divani.
Quando piove lui sceglie accuratamente l'angolo più sporco di tutto il balcone per poi sdraiarvisi sopra e rotolarsi senza ritegno, beato..
Ha un bellissimo disegno sul pancino, sembra un gheparto bianco e arancione.
Entra in casa con le zampe sporche di terra e lascia adorabili impronte ovunque.
Quando sente lo sciacquone spunta trafelato da qualunque angolo della casa e poi si infila tutto dentro il water, lasciando traccia del suo passaggio a causa delle suddette zampette non proprio splendenti
Mangia tutto quel che gli capita, lische soprattutto.
Odora sempre un po' di terra, di foglie, nonostante i bagni.
Il suo sguardo di miele è sempre curioso e vivace.




Lei è altera con due smeraldi al posto degli occhi.
Argentata, col suo pelo lungo e folto, è semplicemente sontuosa.
Molle, avanza sui marmi rilassata, ancheggiando leggermente, sulle sue gambette gonfie di pelo.
Sempre in posa, si sposta da un divano al letto, dalla poltrona ai mobili con la consueta alterigia, guardando il circostante con chiaro disprezzo.
In balcone, prende il sole sdraiata sulla panca.Per terra, non sia mai.
Tra le 1000 e le 1500 le leccate giornaliere di toelettatura ordinaria di manutenzione. Se dovesse concedervi, previa autorizzazione scritta, il privilegio di accarezzarla, maniacalmente poco dopo andrebbe a lisciarsi la parte coinvolta.
Miagola aggraziata, spilucca solo ciò che le garba.
A occhi socchiusi, sonnecchia tra i cuscini, sperando, al risveglio, che si siano trasformati in seta e broccato.

martedì 22 settembre 2009

Se una mattina d'autunno un viaggiatore...


Il treno ritarda, tanto per cambiare.
Mi siedo, già stanca, sulla prima panchina che mi si presenta a portata di sguardo e al minimo dispendio energetico e cinetico per le mie gambe.
Intorno, gente che per venti minuti aspetta in piedi che una carretta arrugginita ci porti a Catania esprimendo a voce alta, rammaricata e/o indignata, l'impossibilità di accomodare le chiappe sulle panche per via di qualche goccia d'acqua, residuo del temporale della notte.Io non me ne ero nemmeno accorta, e qualora fosse accaduto, mi sarei seduta lo stesso; qualora l'acqua avesse potuto inzupparmi le mutande, avrei al massimo asciugato con un fazzolettino e mi sarei seduta senza pensarci.
Ma io non faccio testo, sono l'incarnazione della pigrizia, e baratterei, in situazioni come queste, un posto a sedere anche con un rene.
Questa gente, penso mentre la ascolto parlare guardando dritta di fronte a me, per non offrire alcun appiglio per un eventuale coinvolgimento delle discussioni, si preoccupa di due gocce di acqua piovana su una panchina della stazione, ma probabilmente non si accorge di come piove nella sua vita.
Queste donne e questi uomini hanno coniugi, figli, amici, lavoro: tante storie per due gocce, e chissà quante cose non vanno nelle loro asciutte vite.

Ma cosa mi tocca sentire su questo treno di pendolari?
Una signora coi capelli gialli, una borsa di simil pelle, un paio di scarponcini da trekking grigi e un orologio sportivo di plastica nero e arancione va predicando che la comunione va fatta ai bambini il prima possibile per cacciare da loro il male.
Aveva un figlio "ostu, stottu e ugghiusu, ci fici a comunione e ci passari tutti cosi", e poi continua, senza nesso stavolta "gli ortodossi sono migliori, più cattolici di noi!"
Mi chiedo da dove le provenga tutta questa voce, tutto questo animo, a quest'ora di mattina e col treno in un ritardo mostruoso.
Io sto pensando a tutte le cose che avevo da fare, incasellate come un puzzle, che ora vedo ammucchiato, pezzetto su pezzetto, per dispetto di un bambino capriccioso.
Mi accorgo, inorridita, che anche altri passeggeri dello stesso gruppo di poltrone alimentano questo folle discorso, ma dove sono finita, sul vagone di Geova?
La signora racconta che il prete della sua parrocchia si lamenta durante l'omelia se qualche donna si soffia con un ventaglio.
Penso che ogni tanto ci vorrebbe una calamità purificatrice.
Peste, locuste, qualcosa insomma.
Ora la donna ha le mani intrecciate sulle ginocchia di jeans, io guardo fuori dal finestrino, ma pois colorati, fatti come con la neve spray, riempiono il vetro.

lunedì 21 settembre 2009

Perchè un geometra del Comune non vale meno di un tenente dell'Esercito


Mi chiedo se la morte di un uomo in mimetica valga di più della dipartita di un uomo in tuta e scarpe anti-infortunistica.
Ogni qualvolta si assiste alla pur sempre dolorosa perdita di connazionali impiegati all'estero in missioni governative (di pace o di guerra, non importa)il Ministro degli Esteri di turno si mostra con la voce rotta e gli occhi lucidi, i giornalisti celebrano i poveri morti come gli ultimi uomini con un ideale, vittime sacrificali del nemico più o meno invisibile, eroi della postmodernità confusa.
Si gonfiano come mongolfiere nell'aria le opininioni dei cittadini, immediatamente patriottici e addolorati, come se in quel mucchietto di morti fosse sepolto l'intero orgoglio nazionale, come se una enorme sacca di lacrime pronte a versarsi fosse stata infilzata da uno spillo, e di lì una fiumara di detriti taglienti abbia preso a scorrere, quasi autonoma e impetuosa, per i tortuosi sentieri della retorica per poi giungere, fangosa, fino al mare della dimenticanza.
La scomparsa di un connazionale, di un uomo, è sempre un evento drammatico, e inevitabilmente genera immedesimazione, tristezza, rabbia.
é quasi come se tutto il dolore delle solitudini personali convergesse nella perdita di una generica persona sconosciuta, che assomma in sè il pianto di tutte le perdite del mondo.
Due occhi in una fototessera, e il soldato morto diventa figlio, fratello, fidanzato di tutti noi.
Il soldato altro non è se non un impiegato: un uomo stipendiato per svolgere il suo lavoro.Come un insegnante, un carabiniere, un geometra del Comune, un medico della a.s.l., un mozzo su una nave.
Esistono lavori più o meno pericolosi, più o meno pagati, anche in proporzione ai rischi che si corrono.
I soldati morti in Afghanistan, o in qualunque altro inferno, sono uomini morti sul lavoro.
Come gli operai, i muratori che ogni giorno muoiono nei cantieri, nelle fabbriche.
Perchè per certi morti proclamiamo il lutto nazionale, facciamo i funerali di stato, e altri scompaiono nel silenzio più vergognoso?
Un soldato serve lo Stato? é un volontario non stipendiato per caso?
O lavora, giustamente, per il benessere dei suoi figli, per pagare un mutuo, per sposarsi?
Chi muore mentre si guadagnava il pane, ma muore con le stellette sul petto, merita forse più lacrime di chi muore con una chiave inglese tra le mani sporche di grasso?
Cordoglio per tutti i padri che muoiono mentre lavorano per le loro famiglie, sono tutti eroi, o nessuno.

sabato 19 settembre 2009

^.^

Giuro, questo è l'ultimo...ora basta con le cose melense!


giovedì 17 settembre 2009

13 spunti per la vita




1 -Ti amo non per chi sei ma per chi sono io quando sono con te.

2 -Nessuna persona merita le tue lacrime, e chi le merita sicuramente non ti farà piangere.

3 -Il fatto che una persona non ti ami come tu vorresti non vuol dire che non ti ami con tutta se stessa.

4 -Un vero amico è chi ti prende per la mano e ti tocca il cuore.

5 -Il peggior modo di sentire la mancanza di qualcuno è esserci seduto accanto e sapere che non l’avrai mai.

6 -Non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso.

7 -Forse per il mondo sei solo una persona, ma per qualche persona sei tutto il mondo.
8 -Non passare il tempo con qualcuno che non sia disposto a passarlo con te.

9 -Forse Dio vuole che tu conosca molte persone sbagliate prima di conoscere la persona giusta, in modo che, quando finalmente la conoscerai, tu sappia essere grato.

10-Non piangere perché qualcosa finisce, sorridi perché è accaduta.

11-Ci sarà sempre chi ti critica, l’unica cosa da fare è continuare ad avere fiducia, stando attento a chi darai fiducia due volte.

12-Cambia in una persona migliore e assicurati di sapere bene chi sei prima di conoscere qualcun’altro e aspettarti che questa persona sappia chi sei.

13-Non sforzarti tanto, le cose migliori accadono quando meno te le aspetti.
"Tutto quello che accade, accade per una ragione"

Gabriel Garcìa Màrquez

Prima...


Prima di partire per un lungo viaggio

Porta con te la voglia di non tornare più

Prima di non essere d'accordo

Prova ad ascoltare un po' di più

Prima di non essere da sola

Prova a pensare se stai bene tu

Prima di pretendere qualcosa

Prova a pensare a quello che… dai tu

Non è facile però

È tutto qui

Non è facile però

È tutto qui

mercoledì 16 settembre 2009

lunedì 14 settembre 2009

venerdì 11 settembre 2009

Open Arms







Whatever happened to truth
Lost without a trace

Whatever happened to the mirror
That showed me a happy face
Whatever happened to sorry
You know it’s never too late

Whatever happened to good things coming

Coming to those who wait
Whatever happened to this city

It’s not like it used to be

Whatever happened to you

Whatever happened to me

Gotta look myself in the eye

And say it’s gonna be alright

Maybe everything won’t be alright

All the timeI’ve gotta take these chances where they are

It’s gonna be alrightI’ve gotta see things for what they are

At the time

Lost with no place to begin
I’ll slowly adjust to the sun just face I’m in

Whatever happened to the listof things I wanted to be

Whatever happened to you

Whatever happened to me

Gotta look myself in the eye
And say it’s gonna be alright

Maybe everything won’t be alright
All the timeI’ve gotta take these chances where they are

And it’s gonna be alrightI’ve gotta see things for what they are

At the time, at the time

Yeah the words are on the seam

Ready to receive

I’m the ocean you’re the stream
Ready to receiveIt’s like open arms to me

Ready to, ready to receive

Gotta look myself in the eye


And say it’s gonna be alrightMaybe everything won’t be alright

All the time
No, I’ve gotta take these chances where they are

And it’s gonna be alright

I’ve gotta see things for what they are
At the timeI’ve gotta see things for what they are

At the time,At the time