
«Il perturbante è quella sorta di spaventoso che risale a quanto ci è noto da lungo tempo, a ciò che ci è familiare.»
(Sigmund Freud, Il perturbante, 1919.)
Spaesati dubbiosi sospesi sulla tensione di una pozzanghera che ci illude di essere il mare muoviamo i passi perennemente errati.
Sprofondiamo in echi oscuri, vertigini ombre ed incubi sotterranei.
Suggestioni tiranne di quest'incoscio solo e dannato.
Riaffiora, il nodo della condanna.
La letteratura è vita.
Non c'è niente in queste miserabili vite che non sia già stato scritto, descritto, indagato, sviscerato, disilluso, demistificato, profetizzato e poi sepolto.
Per poter vivere.